Come riaprono gli spazi per i bambini? A specificarlo nel dettaglio sono le Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid-19. Il documento – redatto dal Dipartimento politiche per la famiglia tenendo contro degli orientamenti della Società italiana di pediatria, del Comitato tecnico-scientifico e della Presidenza del Consiglio dei ministri – vuole ripristinare “il diritto alla socialità ed al gioco” dei minori così compromesso durante la fase più acuta dell’emergenza coronavirus.
Dal 18 maggio via dunque alle attività all’aperto, in parchi e giardini, per bambini dai 3 anni ed adolescenti, con la presenza di operatori, anche sottoforma di outdoor education. Dal mese di giugno (per il periodo preciso, è bene consultare le ordinanze regionali) e per il periodo estivo, partono i veri e propri centri estivi nelle scuole, oratori e ludoteche.
Centri estivi
Preferire scuole – o sedi similari come ludoteche e oratori – dotate di un “generoso spazio verde” che consenta “attività all’aperto e diverse da quelle che caratterizzano l’attività didattica durante il calendario scolastico”: da prediligere quindi “attività ludiche” che consentano di passare la “giornata in modo disteso e piacevole”.
Chi può accedere?
“Le condizioni di salute dei bambini devono essere considerate con l’aiuto del pediatra”. Il progetto deve essere circoscritto a “sottofasce di età” per garantire omogeneità: saranno distinte fasce relative alla scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), alla scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) ed alla scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Visto il potenzialmente alto numero delle domande, si devono prevedere “criteri di priorità” per “assicurare il sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro”.
Piccoli gruppi
Per garantire il “distanziamento fisico è fondamentale l’organizzazione in piccoli gruppi” e di “diversi spazi” per lo svolgimento delle attività nell’ambito del territorio di riferimento. A tal fine è opportuno privilegiare il più possibile le attività in spazi aperti, anche se non in via esclusiva, e tenendo conto di adeguate zone d’ombra.
Rapporto bambini-operatori
Il rapporto minimo è così fissato: per i bambini in età di scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), un rapporto di un adulto ogni 5 bambini; per i bambini in età di scuola primaria (dai 6 agli 11 anni), un rapporto di un adulto ogni 7 bambini; per gli adolescenti in età di scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni), un rapporto di un adulto ogni 10 adolescenti.
Igiene e pulizia
Oltre alla definizione organizzativa del rapporto numerico, occorre operare per garantire il distanziamento fisico e principi generali di igiene e pulizia: particolare attenzione dovrà essere rivolta all’uso delle mascherine: non tossire senza protezione, mantenere il distanziamento fisico, pulire le superfici frequentemente e i bagni dopo ogni utilizzo con in più una disinfezione giornaliera.
Selezione degli operatori e programmazione delle attività
Oltre alla verifica dei requisiti di formazione, sarà necessario prevedere un certo numero di supplenti disponibili in caso di necessità. Tutto il personale, (professionale e volontario), deve essere formato sui temi della prevenzione dal Covid-19. Molto importante è anche che tutti gli operatori conoscano per tempo lo spazio in cui andranno ad operare per programmare in anticipo le attività. La stabilità dei gruppi e degli operatori è fondamentale per tracciare casi potenziali di contagio. Le attività svolte devono prevedere la pulizia approfondita (almeno giornaliera) delle attrezzature utilizzate, il lavaggio delle mani dopo ogni attività, attenzione alla non condivisione di posate e bicchiere da parte dei bambini. Vietate le attività che comprendano assembramenti di più persone, come le feste con i genitori.
Entrata e uscita
È importante che la situazione di arrivo e rientro a casa dei bambini ed adolescenti si svolga senza comportare assembramento. Per questo è opportuno “scaglionarne l’ingresso” ogni 5/10 minuti e organizzare “l’accoglienza all’esterno” per evitare che gli adulti accompagnatori entrino negli spazi dei centri estivi. Quando possibile, saranno opportunamente differenziati i punti di ingresso dai punti di uscita, con individuazione di percorsi obbligati. Minori e operatori devono lavarsi le mani con acqua e sapone o con gel igienizzante (da tenere fuori dalla portata dei bambini) prima in entrate e uscita. È prevista una procedura di triage: chiedere ai genitori se il bambino o l’adolescente ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa; dopo aver igienizzato le mani, verifica della temperatura corporea. La stessa procedura va posta in essere all’entrata per gli operatori.
Progetto educativo
Il gestore dei centri estivi deve garantire l’elaborazione di uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune. Il progetto dovrà specificare gli spazi utilizzati, il numero e l’età dei bambini, l’elenco del personale impiegato, il calendario di apertura e l’orario quotidiano e le modalità di accoglienza e uscita in considerazione delle norme anti Covid-19.
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